Le ferie estive sono il momento ideale per rinvigorirsi: che siate manager, consulenti o collaboratori, questa è l’occasione per cambiare ritmo, abitudini e modo di pensare.

Il tempo del lavoro e il tempo del riposo sono strettamente collegati: in particolare, il secondo può costituire una preziosa risorsa per il primo, e per le organizzazioni nel complesso. Già gli antichi celebravano l’otium, considerato di valore inestimabile l’uomo: si parla di tempo libero dedicato alle attività disinteressate, fini a loro stesse, alla conoscenza, alla riflessione e all’arricchimento personale.

In quest’ottica, studi recenti mostrano i benefici che momenti di riposo, svago e relax su aumento della motivazione, della produttività e dell’impegno dei lavoratori; un incremento delle capacità creative e di elaborazione di strategie innovative, e così più ampiamente un miglioramento individuale e collettivo in termini di rendimento e di benessere.

Il punto è che però il tempo libero può essere vissuto e trascorso in molti modi, che possono fare la differenza sulla sua qualità e sulle conseguenze: affinché sia effettivamente produttivo e fruttuoso, sia sul piano personale che su quello professionale, è necessario imparare come valorizzarlo a pieno. 

La verità è che non esiste la ricetta della vacanza perfetta, valida per tutti: per ricaricarsi ognuno di noi ha bisogno di cose diverse. È una questione soggettiva, che addirittura varia a seconda dell’età, delle fasi di vita e di carriera che ciascuno sta vivendo. 

La competenza fondamentale che dobbiamo primariamente attivare è l’ascolto di sé, dei propri bisogni, e del contesto in cui ci si muove. 

Ascoltarsi e ascoltare profondamente ci permette di lavorare su tre dimensioni dell’energia:

• fisica
• emotiva
• mentale

Non basta andare in vacanza. Non basta partire. Bisogna sapersi fermare e godere appieno i benefici per la mente di un periodo di meritato relax.

Si parla quindi di una vera e propria educazione al riposo.