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11 Novembre 2021Perché ora più che mai è importate fare un’analisi di clima aziendale?
Stiamo uscendo dalla più grave emergenza epidemiologica della storia recente che ha travolto oltre che le vite umane di miliardi di persone anche le nostre aziende: siamo passati dalla inconsapevolezza di quello che stava accadendo o stava per accadere ai lockdown, alle chiusure aziendali, alle casse integrazioni, allo smart working prima forzato e poi equivocato. Ora tutto accelera e tutte le aziende stanno cercando di recuperare fatturato e cogliere la ripresa globale. La domanda che dovremmo porci è: ma come stanno le nostre persone? Come hanno vissuto la crisi del Covid? Con quali conseguenze familiari, umane e lavorative? Cosa si aspettano ora dal lavoro? Dalla propria azienda? Sono cambiate le loro priorità? Tutto questo come impatta sulla propria motivazione e sulle performance? E poi c’è il capitolo dello smart working. Prima odiato perché imposto dalle condizioni generali dell’emergenza Covid e con la voglia di tornare in ufficio per respirare la normalità. Ora quasi agognato come nuovo stile di vita&lavoro che lascia spazio alla famiglia, al tempo libero, riduce gli spostamenti ed i consumi, voluto un po’ anche dalle aziende che in molti casi registrano un miglioramento significativo della produttività. Ecco, come possiamo pensare di gestire gli effetti di questi cambiamenti se prima non li conosciamo? Se non comprendiamo come tutto questo impatta ora con il clima aziendale?
Sappiamo tutti noi cos’è il “clima organizzativo” o “clima aziendale” ovvero l’insieme delle emozioni e percezioni condivise da parte della maggioranza delle persone nell’azienda, un sentiment collettivo: il modo in cui i lavoratori “vivono e sentono” l’azienda con tutte le sue caratteristiche. Il clima in un’organizzazione dipende da molti fattori, tra i quali i più importanti sono: organizzazione del lavoro, valori e reputazione dell’azienda, stress organizzativi, turnover, governance equivoca in azienda, mancanza di leadership tra le figure manageriali).
Sta di fatto che un clima aziendale positivo o negativo influenza molti aspetti della vita aziendale, in primo luogo il benessere della popolazione aziendale, le performance, le motivazioni, oltre che atteggiamenti e comportamenti delle persone come la soddisfazione lavorativa ed economica, l’intenzione di turnover, assenteismo.
L’analisi di clima è quindi un utile “termometro” dello stato di salute aziendale. Questo momento di analisi non riguarda la singola collega o il singolo collega ma la collettività delle persone in azienda. Avviene solitamente attraverso la somministrazione, in forma anonima, di un questionario a tutta la popolazione aziendale. La successiva analisi dei dati consente di comprendere come siano vissute alcune caratteristiche del lavoro, le interazioni all’interno del proprio gruppo e tra i gruppi, quali siano i bisogni e le aspettative. Si tratta, quindi, di un’indicazione molto potente su quali siano le strategie direzionali e le azioni per migliorare il clima aziendale che devono essere intraprese. Allo stesso tempo però il questionario può essere uno strumento che genera aspettative e, talvolta, «diffidenza» nei collaboratori. Per questo motivo, ci sono alcuni elementi molti importanti per la sua piena riuscita, per questo motivo sarà di fondamentale importanza oltre che forte commitment da parte della direzione aziendale garantire la massima estensione del questionario (nessuno escluso), la privacy della gestione delle risposte, restituzione e condivisione dei risultati, ma più di tutto: implementazione di azioni di miglioramento, per non far generare sfiducia o peggioramento dello stato sul quale si voleva intervenire.
Per questo motivo, consiglio a tutti i miei colleghi di non perdere tempo è questo il momento di analizzare il clima delle nostre aziende e siamo noi a doverlo proporre!